Page 55 - Salute nei parchi
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I primi sintomi della meningite sono: febbre alta, mal di testa, nausea, vomito, sonnolen-
za. Ma anche irrigidimento del collo, convulsioni, fotosensibilità, inappetenza.
Morbillo, rosolia, pertosse, parotite. Infezioni da non sottovalutare
Negli ultimi decenni, la migliore conoscenza delle malattie infettive ha portato alla scoper- VACCINAZIONI
ta che alcune di esse, come il morbillo, la rosolia, la pertosse, che si credevano benigne, in
realtà non lo sono afatto. E le evidenze cliniche dimostrano come la parotite che provoca
un doloroso ingrossamento delle ghiandole salivari, possa interessare anche i testicoli, le
meningi (con possibili danni come sordità e paralisi facciale) e infammazione del pancreas.
Non dimentichiamo le gravi complicanze che la rosolia dà nelle donne gravide. Una donna 53
che si infetta durante le prime 16 settimane (in particolare tra le prime 8-10) di gravidanza,
può trasmettere l’infezione al feto con pericolo di aborto o conseguenze gravi. Anche il mor-
billo non è assolutamente da sottovalutare, sia per le soferenze che arreca al bambino, sia per
le possibili complicanze talora pesanti. Importante è anche la vaccinazione contro la pertosse,
malattia che scatena eccessi di tosse (anche 5-15 consecutivi) che terminano con un urlo, un
respiro prolungato e acuto.
Pneumococco, una protezione in più anche per gli adulti
Fin dai primi anni di vita del bambino, lo pneumococco, quel microrganismo responsabile di
infezioni dell’apparato respiratorio, sinusiti, otiti medie ricorrenti, batteriemie (presenza del
microrganismo nel sangue), fno al rischio di sepsi e di meningite, può essere evitato con la
vaccinazione. Lo scopo è non solo quello di provocare immunità nel soggetto vaccinato, ma,
con l’interruzione della circolazione del batterio, salvaguardare la salute di tutta la comunità.
Nella maggior parte dei casi, la polmonite, è causata da questo batterio. Altri fattori di rischio
sono, in particolare, l’Haemophilus infuenzae e i virus dell’infuenza.
L’infezione da pneumococco colpisce prevalentemente i bambini fno a due anni di età. Negli
adulti, l’incidenza di polmonite aumenta dopo i 50 anni e raggiunge il massimo dopo i 65 anni.
Proprio in quest’ultima fascia di età, lo pneumococco è responsabile fno al 60 per cento di tut-
ti i casi di polmonite ed è stato accertato che proprio la popolazione anziana è la più esposta
al rischio di polmonite da pneumococco in forma grave.
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