Page 47 - Salute nei parchi
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LA MALATTIA DALLE “MANI SPORCHE”
E QUELLA “SILENZIOSA”: EPATITE B E C

Si conoscono più forme da epatite da virus (A,B,C). L’epatite A si può contrarre inghiottendo
acqua inquinata (anche a mare), ingerendo frutti di mare come mitili (cozze, vongole) non
cotti o appena cotti “scoppiati”. Pericolosi anche il latte o i latticini freschi non controllati e
inquinati dalle mani del mungitore.
La malattia è detta anche delle “mani sporche” perché può essere veicolata da mani non ben 45
lavate con acqua e sapone, soprattutto dopo aver utilizzato i servizi igienici. L’epatite A è più
frequente nei bambini e nei ragazzi. In genere, è lieve e non diventa mai cronica. Se la si vuole
evitare è consigliata la vaccinazione. Di tutt’altra specie e pericolosità sono le epatite B e C.
L’epatite B - È considerata “la malattia silenziosa”. Può attaccare il fegato per molti anni senza
dare sintomi e senza essere diagnosticata. L’agente virale dell’epatite B è più infettivo di quello
dell’Aids. Se la malattia non viene curata in tempo può portare a complicanze gravi quali cir-
rosi (cicatrici nel fegato che ne rendono difcile il funzionamento) e tumore epatico. La sola
opzione terapeutica è il trapianto di fegato.
In Italia, si registrano, ogni anno, circa 7.000 casi di tumore al fegato, con una media che è
superiore a quella degli altri paesi occidentali. Si stima, che il 70 per cento di questi tumori sia
imputabile ai virus dell’epatite B e C. Ma mentre per la B c’è un vaccino, non esiste ancora per
la C. In Italia, pare si sia sulla buona strada, ma si è ancora in fase di sperimentazione.
Il virus dell’apatite B si contrae tramite contatti col sangue o fuidi corporei di persona infetta:
da madre in fglio, con l’attività sessuale, l’utilizzo di droghe per endovena, l’uso di lamette
da barba già utilizzate da portatori del virus B, strumenti aflati, forbicine per le unghie, aghi,
strumenti per tatuaggi e piercing contaminati.
Nel Paese, si stima che i portatori del virus dell’epatite B siano circa 4 milioni. Per fortuna, grazie
alla vaccinazione obbligatoria per i nuovi nati entro il primo anno di vita, la nostra popolazio-
ne giovanile è in larga parte protetta.
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