Verso un Piano Nazionale Cardio-cerebrovascolare


Ottocentottanta mila nuove diagnosi ogni anno per un totale di oltre 9 milioni di persone che oggi convivono con una patologia cardio-cerebrovascolare, con ricoveri annuali che raggiungono i 900.000 e un burden economico stimato intorno ai 22-24 miliardi di euro considerando i costi diretti e indiretti legati alla spesa sociale, alla perdita di produttività e quelli a carico dei caregiver. Questa la fotografia delle patologie cardio-cerebrovascolari in Italia, ancora oggi prima causa di morte e seconda di disabilità (responsabili rispettivamente del 35% dei decessi e del 17,4% degli anni vissuti con disabilità – DALY), vera e propria priorità di sanità pubblica, destinata ad intensificarsi con l’invecchiamento demografico.

Questi numeri hanno fatto da cornice all’evento “Verso un Piano Nazionale Cardio-Cerebrovascolare – Se non ora quando?” promosso dall’Intergruppo Parlamentare per le malattie cardio e cerebrovascolari in collaborazione con The European House-Ambrosetti e tenutosi presso la Sala Salvadori di Montecitorio. L’evento rappresenta la prosecuzione della Conferenza Stampa dello scorso luglio, organizzata dal riattivato Intergruppo Parlamentare, in cui era stata avanzata al Ministero della Salute la richiesta di istituire un Tavolo Ministero-Regioni-Parlamento per la realizzazione di un Piano Nazionale per queste patologie.

“Siamo qui oggi, per sottolineare ancora una volta la necessità di lavorare tutti insieme per la realizzazione di un Piano Nazionale cardio e cerebrovascolare, oggi ancora assente” – ha sottolineato Rossana Boldi, Presidente dell’Intergruppo e Vicepresidente della Commissione Affari Sociali – e sono felice che molti colleghi parlamentari qui oggi, tra cui la Senatrice Parente e gli Onorevoli Bagnasco e Bologna, sostengano questa causa. “Un Piano nazionale rappresenta la risposta concreta a problematiche che si manifestano lungo tutte le fasi del percorso di presa in carico, dalla prevenzione – primaria e secondaria – e diagnosi precoce, alla gestione e follow up fino all’assistenza domiciliare”.

Pubblicato da: Redazione AZS

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