Tecnica italiana per le ferite inguaribili


È italiana la tecnica che ha guarito i primi tre pazienti al mondo, trattati presso l’Ospedale Governativo Al Qasimi degli Emirati Arabi Uniti, da ferite inguaribili. Si tratta di ferite croniche che non progrediscono nelle fisiologiche fasi di guarigione.

I primi tre pazienti trattati, che manifestavano un quadro clinico particolarmente complesso e critico in quanto affetti da gangrene alle estremità ed esiti di amputazione con complicazioni renali e vascolari, sono stati trattati con l’innovativa tecnica, messa a punto da Bioscience Institute, multinazionale italiana che a Dubai ha una delle sedi.

I chirurghi dell’Ospedale Al Qasimi hanno prelevato circa 20 ml di grasso dall’addome dei pazienti per poi inviarlo ai laboratori di Bioscience dove si è provveduto ad estrarre, isolare ed espandere le cellule staminali presenti nel tessuto stesso. La coltura, dopo 14 giorni, ha prodotto circa 100 milioni di cellule staminali mesenchimali del tessuto adiposo che sono state utilizzate sullo stesso paziente da cui è stato prelevato il grasso. Le cellule staminali sono state iniettate direttamente nel letto della ferita e anche poste a copertura della stessa mediante un supporto di collagene.

Risultati evidenti sono stati visti già nelle prime 48 ore successive, mentre nei giorni successivi si è assistito ad una rapidissima progressione di guarigione che evidenziava l’efficacia della cura. L’innovazione della cura è rappresentata dalla decisa spinta alla guarigione della ferita che viene apportata dalle cellule staminali e che, invece, non si ottiene con le medicazioni tradizionali che si limitano a mantenere i tessuti in condizioni sterili affinché i naturali processi fisiologici di guarigione non siano ostacolati da infezioni o tessuto necrotico.

Le medicazioni tradizionali esprimono grandi limiti quando il quadro clinico del paziente è compromesso da insufficienze funzionali (renale, vascolare, ecc.) tant’è che, non riuscendo a indurre a guarigione la ferita entro un tempo ragionevole, producono una conseguenza devastante che è la cronicizzazione.

Come ha dichiarato Saqr Al Mulla, primario di Chirurgia Plastica all’Al Qasimi Hospital. “L’ospedale ha impiegato più di un anno per ottenere l’approvazione da parte del comitato etico del Ministry of Health degli Emirati Arabi Uniti e questo studio rappresenta un precedente mondiale nel settore della cura delle ferite difficili che sono un processo complesso che coinvolge l’interazione tra cellule, citochine e  matrice extracellulare”.

Sono ulcere diabetiche, venose e reumatiche, ferite da ustione, piaghe da decubito, le ‘ferite difficili’ di cui si parla poco nonostante che interessano almeno l’1% della popolazione italiana e mondiale.

Pubblicato da: Redazione AZS

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