Ristorazione, gioco di squadra e prodotti di qualità per piatti salutari


ROMA (ITALPRESS) – Secondo l’ultimo rapporto della Federazione italiana pubblici esercizi – FIPE, le aziende della ristorazione in Italia sono quasi 332.000. Nel nostro paese, la ristorazione vale oltre 54 miliardi di euro, ben più degli altri due settori dell’agroalimentare, l’agricoltura con 40,5 miliardi e l’industria alimentare con 36,7. In base alla stessa ricerca, il 55,4% degli esercizi della ristorazione hanno fatto un investimento nel 2023: migliorie e ammodernamenti sono infatti necessari per restare al passo con le norme del settore, che dall’approvvigionamento alla conservazione, fino alla preparazione, vigilano sulla qualità e sicurezza di ciò che arriva nei piatti. Quando ci sediamo al ristorante, le tradizioni e le buone ricette sono solo un ingrediente, è proprio il caso di dirlo, per un’esperienza piacevole e senza risvolti negativi. Sono questi alcuni dei temi trattati da Andrea Di Marzio, noto ristoratore attualmente alla guida del ristorante di cucina romana ‘Cacio e Pepè di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“La salute dei nostri ospiti dipende dalla scelta dei prodotti, che devono essere di qualità e stagionali, e poi da una forma maniacale nella lavorazione degli stessi prodotti per garantire un piatto perfetto – ha esordito – La qualità dei piatti dipende da due cose: il tipo di prodotto, e poi la sua conservazione e la lavorazione. La trasformazione del prodotto è l’elemento che può provocare problemi”.
Sul lavoro di squadra alla base della ristorazione: “Nella ristorazione il lavoro è di squadra, è fatto in sinergia, si completa se tutte le parti fanno bene il loro lavoro – ha spiegato – La cucina deve far uscire i piatti perfetti, nella sala deve esserci un servizio cordiale e accogliente, e così via”. “Il ristorante è un impegno importante, è un investimento – ha aggiunto Di Marzio – Tutte queste aperture e chiusure di ristoranti nel giro di poco tempo vuol dire che c’è tantissima improvvisazione, ed è negativo perchè nuoce alla categoria – ha puntualizzato – Gestire un ristorante è molto complesso”.
Di Marzio si è poi soffermato su alcuni ingredienti tipici della cucina romana che, al di là del gusto, sono universalmente riconosciuti come cibi che fanno bene alla salute: “Noi ci chiamiamo ‘Cacio e Pepè, ma saremmo potuti essere tranquillamente ‘Il tempio del carciofò, perchè abbiamo una venerazione per il carciofo, del resto è un elemento tipico della cucina romana, utilizzato in tantissimi modi – ha raccontato – I carciofi fanno bene, contengono ferro, hanno una serie di indicazioni pazzesche dal punto di vista della salute del nostro corpo, c’è tantissima gente alla quale piacciono i carciofi, abbiamo scoperto che sono apprezzatissimi. Le puntarelle? A Milano vengono chiamate catalogna, ci sono studi che parlano degli effetti incredibili sulla salute – ha sottolineato il ristoratore – Le mangiamo tutti i giorni ma non sappiamo che hanno un effetto così potente”.
Infine, sul progetto dei “Senza voce”: “Abbiamo creato una fondazione insieme a Don Mazzi e alla Caritas Ambrosiana – ha raccontato – Purtroppo siamo sempre distratti dalla nostra vita, ma non ci rendiamo conto che esiste un numero sempre più importante di cosiddetti ‘ultimì, di quelli che vengono chiamati fantasmi, di chi perde tutto. Con questa fondazione vogliamo donare lavoro a queste persone – ha concluso Di Marzio – Sarebbe molto bello che tutti quanti riflettessero sull’importanza di restituire”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

Pubblicato da: Redazione AZS

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