Ragioni economiche
e diete squilibrate


Dall’indagine di SWG sul tema dell’accesso al cibo nei Paesi Europei, commissionata dal Movimento Enough di Elanco e svolta su un campione di 2000 individui, rappresentativo della popolazione nazionale di Italia, Germania, Francia e UK, emerge che – a livello di percezione generale sulle proprie abitudini alimentari e su quelle dei propri concittadini – circa il 50% degli intervistati ammette di non avere una dieta equilibrata. In particolare, tra gli alimenti più spesso assenti dalle diete, o consumati meno di una volta a settimana, spiccano le carni (di vitello e di manzo, soprattutto, seguite da quella di maiale) e il pesce. «Si tratta di una carenza non legata solo a scelte e preferenze individuali, ma dettata soprattutto da ragioni economiche” – commenta il Dott. Maurizio Pessato, Presidente SWGLe criticità maggiori si osservano in Italia e Francia: in Italia, dove la crisi economica è stata più forte, la percezione è che si siano ridotti tutti i consumi di carne, con un picco sulle carni di vitello (79%, in Francia 62%) e di manzo (78%, in Francia 68%)».

In tutti i Paesi coinvolti nella rilevazione, la maggior parte degli intervistati ritiene, in generale, che i comportamenti di consumo alimentare siano profondamente cambiati, con una ridefinizione delle diete con l’uscita degli alimenti più costosi. Per gli intervistati il tema dell’accesso al cibo e della sostenibilità alimentare sono una questione seria, i cui effetti non sono solo in proiezione futura, ma già ben evidenti allo stato attuale: una convinzione ancora più forte in Italia, dove riguarda l’84% degli intervistati.

 L’analisi SWG ha rilevato nelle opinioni dei cittadini due strade percorribili e complementari, che si muovono tra il piano individuale e quello globale. Se riduzione dello spreco di cibo e realizzazione di azioni educative sono tra le priorità di intervento maggiormente condivise, si riscontra una condivisione anche sul fronte dell’innovazione tecnologica e del commercio. Complessivamente due intervistati su 3 sono favorevoli a un maggiore investimento in ricerca e tecnologia, per ridurre il problema della sostenibilità alimentare, migliorando l’efficacia delle produzioni agricole e dell’allevamento.

Pubblicato da: Redazione AZS

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