«Sono gli sguardi fissi di alcune persone, che glissi con qualche imbarazzo, ma che sono quelli che forse fanno più male». È da circa 7 anni che Carlo L. ha iniziato quella che lui chiama “la mia convivenza forzata” con la psoriasi.
I pregiudizi minano la serenità del paziente psoriasico anche se, come sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che l’ha iscritta nel proprio calendario come malattia cronica e invalidante, la psoriasi non è una malattia trasmissibile grave, non è infettiva e neanche contagiosa. Questa patologia colpisce oltre 125 milioni di persone, circa 3 milioni in Italia. Dal 2004 si svolge in tutto il mondo la Giornata mondiale della Psoriasi, un evento dedicato alle persone affette da psoriasi e da artropatia psoriasica che nasce con l’obiettivo di accentrare l’attenzione dell’opinione pubblica su una patologia che ha un forte impatto psicologico e sociale.
Coloro che ne sono affetti sono più soggetti ad ansia, depressione e stress che, come affermano diverse ricerche scientifiche, sono poi legate all’aggravamento della patologia.
La psoriasi non rappresenta semplicemente un “problema estetico”, anche i pazienti con sintomi molto lievi, infatti, ne risentono durante la loro vita quotidiana. In base a un’analisi condotta su 5600 pazienti dalla National Psoriasis Foundation (NPF), tra il 2004 e il 2011, il 52% dei pazienti con psoriasi lieve, moderata e severa è insoddisfatto della modalità di gestione della malattia. Alcuni dei pazienti intervistati, poi, non stavano ricevendo alcun trattamento ed erano sotto-trattati al momento dell’intervista. «I pazienti affetti da psoriasi – dice Vasant Narasimha, Global Head of Development, Novartis Pharmaceuticals –
vogliono terapie che mantengano percentuali elevate di cute esente da lesioni nel lungo termine».
Le lesioni che caratterizzano, in particolare, la psoriasi a placche in genere si localizzano su cuoio capelluto, ginocchia e gomiti. Queste parti si coprono di chiazze arrossate e ricoperte da squame biancastre che persistono a lungo.
Recenti dati, presentati all’EADV (EuropeanAcademy of Dermatology and Venereology) dalla Novartis, dimostrano che 8 pazienti su 10 affetti da psoriasi (a placche da moderata a severa) hanno ottenuto con un anticorpo monoclonale completamente umano, il secukinumab, una riduzione del 75% delle lesioni cutanee dopo tre anni di terapia.