In Sicilia, nonostante da parte delle Istituzioni sanitarie ci sia molta attenzione all’offerta attiva e gratuita alla vaccinazione antinfluenzale nei soggetti a rischio, ancora si finisce gravi in ospedale e si muore per influenza.
Purtroppo buona parte della popolazione non percepisce il pericolo rappresentato dalle epidemie influenzali e, nell’Isola, la scorsa stagione, ben 21 persone, con isolamento del virus, sono finite in terapia intensiva, 5 sono state sottoposte all’ossigenazione del sangue fuori dal corpo, con la tecnica Ecmo. Questa, permette di sostituire la funzione dei polmoni o del cuore mantenendoli a riposo per il tempo del loro recupero funzionale, mentre il sangue viene ossigenato fuori dal corpo. E due sono stati i decessi, ma si stima che i morti per complicanze influenzali siano stati molti di più considerato che la morte avviene per collasso cardiocircolatorio senza, spesso, che sia stato isolato l’agente virale.
I ricoveri per influenza sono stati 12 ad Agrigento, 28 a Caltanissetta, 138 a Catania, 105 ad Enna, 88 a Messina, 69 a Palermo, 3 a Ragusa, 12 a Siracusa e 23 a Trapani, per un totale di 478.
«Nonostante i dati ancora bassi di vaccinazione, un piccolo passo avanti è stato fatto rispetto al 2014, anno in cui si è raggiunto il 48,1 dei residenti anziani nell’Isola. Speriamo si tratti di un segnale di ripresa per la vaccinazione antinfluenzale già iniziata e che si concluderà il 28 di febbraio. Nell’Isola l’epidemia arriva più tardi delle altre regioni d’Italia e ha un suo picco intorno a febbraio, con una coda a marzo. Va tenuto conto che l’immunizzazione ha bisogno di almeno 15 giorni per essere attiva dal momento dell’inoculazione del vaccino», osserva il dottore Mario Palermo, responsabile del servizio 4 Igiene pubblica e rischi ambientali dell’assessorato della Sanità della Regione Siciliana.
«Anche la campagna vaccinale 2016-2017 è condotta in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di famiglia. E il raggiungimento degli obiettivi di copertura previsti costituisce obiettivo dei direttori generali della Asp e sarà valutato in sede di verifica dei risultati ottenuti», sottolinea il dottore Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico.
Attualmente in Italia sono disponibili vaccini antinfluenzali trivalenti (contengono due virus di tipo A e uno di tipo B) e un vaccino quadrivalente (2 virus tipo A e due tipo B).
Anche quest’anno – dicono al ministero della Salute – si ha la contemporanea circolazione di ceppi di tipo A e di topo B. Sebbene quelli di tipo B siano risultati leggermente prevalenti (57%), rispetto al tipo A (43%). In Sicilia col quadrivalente vengono vaccinati tutti i soggetti sani (bambini dai 3 anni di età, anziani che non presentano patologie, personale medico e sanitario di assistenza, mamme al secondo e terzo mese di gravidanza, familiari a contatto con soggetti a rischio, addetti a servizi pubblici, soggetti che per motivi di lavoro sono a contatto con animali).
Il vaccino trivalente adiuvato – precisano gli esperti dell’assessorato Salute – va utilizzato nei soggetti che hanno bisogno di stimolazione del sistema immunitario come over 64 con malattia, anziani a partire dai 70 anni, insomma tutti i soggetti fragili che hanno poca risposta immunologica.
La raccomandazione è quella di vaccinarsi contro i virus influenzali, avendo presente che l’influenza non è una malattia banale, ma che può uccide e uccide. Lo scorso anno i morti per influenza sono stati circa 8.000. E quest’anno i ceppi, a quanto si è visto nell’emisfero australe sono più cattivi di quelli dello scorso anno.