di Valentina Busiello
Il professore Giuseppe Argenziano è direttore della Clinica Dermatologica dell’università della Campania Luigi Vanvitelli. Il suo preminente filone di Ricerca scientifica e attività didattico-assistenziale si identifica nel campo della Dermatologia Oncologica.
Professore Giuseppe Argenziano, la struttura che lei dirige?
“C’è da considerare che siamo un Centro di terzo livello, con un’ottima organizzazione. Parlando di patologie oncologiche cutanee per le quali c’è bisogno di una chirurgia severa o di trattamenti medici importanti, cosi come per tutte le patologie infiammatorie gravi come la psoriasi, malattia infiammatoria della pelle solitamente di carattere cronico e recidivante e nella cui patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali. Nelle aree cutanee interessate dalla psoriasi, per via dello sviluppo tumultuoso dei cheratinociti, si formano delle placche rilevate, di colore rosso acceso, rivestite da squame biancastre. Questa malattia può comparire a qualsiasi età ed interessare qualsiasi parte del corpo, comprese le unghie, questa patologia viene trattata dallo specialista del territorio, ma quando si tratta di una forma grave dove il paziente ha bisogno di farmaci specialistici, interveniamo noi con l’assistenza e le cure del caso”.
Le nuove tecniche in campo per questi delicati trattamenti?
“Disponiamo di tutta una serie di nuove tecnologie sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Le nuove tecniche di tipo diagnostico sono, la Microscopia Confocale, uno strumento per casi selezionati dove aumentiamo la nostra capacita diagnostica relativamente ai tumori della pelle. Per quanto riguarda il settore terapeutico, gli avanzamenti sono stati tanti in questi ultimi anni, Abbiamo a disposizione tutta una nuova famiglia di farmaci biotecnologici che ci consentono di curare in maniera selettiva le malattie infiammatorie come la psoriasi, altre malattie autoimmuni, la vitiligine, l’alopecia areata. Agiscono sull’infiammazione. Lavoriamo molto sulla ricerca. Il nostro campo preminente è quello oncologico, con lo studio di nuove tecnologie che ci consentano di arrivare a diagnosi sempre più precoci dei tumori della pelle”.
Il Melanoma?
“È uno dei nostri target principali, e su questo lavoriamo molto non solo dal punto di vista diagnostico, ma anche terapeutico e prognostico. Cerchiamo di individuare nuovi fattori indicatori della prognosi della malattia. Il Melanoma è un tumore della pelle che origina dai melanociti, cioè dalle cellule che producono la melanina. Purtroppo esistono due grosse categorie di Melanomi: che insorgono per l’esposizione eccessiva al sole e melanomi, che costituiscono una minima parte, più aggressivi, dei quali, non sappiamo quali siano i fattori causali. Tendono a dare metastasi e una mortalità non indifferente”.
In che modo si combatte un melanoma aggressivo?
“In primis con una diagnosi precoce, poi se la malattia diventa avanzata, oggi abbiamo a disposizione delle terapie target, oppure l immunoterapia che ci consente di allungare notevolmente la sopravvivenza di pazienti che hanno forme avanzate del melanoma”.
Progetti?
“Quelli che stiamo seguendo con maggiore frequenza sono relativi al Gruppo Multidisciplinare per i tumori cutanei, che abbiamo in Clinica da 4-5 anni e che comprende: dermatologi, oncologi, chirurghi, anatomopatologi, radioterapisti, radiologi, tutte figure che servono per tutte le tappe della malattia del paziente. Stiamo realizzando dei progetti in sinergia, relativi allo sviluppo di fattori prognostici, indicatori che ci consentiranno di capire quali pazienti beneficeranno di un trattamento piuttosto che di un altro. Sono progetti di ampio respiro e per i quali occorre del tempo”.
Si ringrazia anche la disponibilità della dottoressa Alina De Rosa della Dermatologia e Medicina Estetica. Assegnista di Ricerca all’Università Luigi Vanvitelli, che si occupa della gestione di farmaci biologici e di psoriasi.