La Regione sospende l’accreditamento ai ricoveri finalizzati al parto: “Sospensione dalla data di oggi, e per 90 giorni, dell’autorizzazione sanitaria e dell’accreditamento istituzionale alla casa di cure Gibiino, limitatamente alle attività di assistenza al parto in regime di ricovero”.
È il provvedimento assunto dall’assessorato regionale della Salute al termine delle ispezioni che hanno fatto seguito, nello scorso mese di febbraio, alla tragica morte della piccola Nicole. Il provvedimento, operativo da oggi, è stato assunto con decreto 449/2015 a firma del dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico Ignazio Tozzo e dell’assessore Lucia Borsellino.
La Casa di Cura deve sospendere tutte le attività e indirizzare le gestanti attualmente ricoverate ad altre strutture abilitate curando il trasferimento dopo opportuna valutazione di ogni singolo caso sotto la vigilanza dell’Asp di Catania. Alla struttura vengono assegnati termini perentori per una serie di adempimenti. Entro 30 giorni dovrà far avere al Dipartimento regionale deputato al controllo un preciso piano per superare le criticità riscontrate ed entro dieci giorni dalla ricezione del piano l’assessorato valuterà il piano medesimo e assegnerà i termini per il suo completamento.
Numerose le irregolarità riscontrate nell’ispezione congiunta (Regione, Ministero, Nas) del 16 febbraio che, secondo gli ispettori della Regione, non sono state superate con la memoria “difensiva” presentata dalla clinica.
Fra le contestazioni più gravi risultano:
Presenza insufficiente di pediatri/neonatologi, essendo solo due i medici contrattualizzati in regime libero professionale e dunque non in grado di garantire l’assistenza ordinaria e quella in emergenza come disposto dalla legge.
Inesistenza di una cartella clinica della piccola Nicole per il trasferimento ad altra struttura: la bambina sarebbe stata accompagnata solo da una relazione manoscritta dal contenuto del tutto insufficiente.
Inadeguatezza dell’ambulanza utilizzata per il trasporto in emergenza dopo aver ritenuto di non richiedere quella del 118.
Incongruenze nelle comunicazioni con il 118 e un buco temporale di un’ora nella decisione del trasferimento verso Ragusa inizialmente rifiutato.
Inesistenza di una procedura codificata per il trasferimento del paziente in urgenza.
«Questo è uno dei primi provvedimenti – dice l’assessore alla Salute Lucia Borsellino – volti alla verifica dei requisiti delle strutture afferenti alla rete materno-infantile pubblica e privata accreditata. Nella fattispecie la clinica dovrà dimostrare di aver messo in assoluta sicurezza tutte le procedure sanitarie previste dalla legge. Non si possono e non si devono fare sconti a nessuno sulla sicurezza del paziente in ambito sanitario».