Il 31 dicembre 2021 è entrato in vigore il decreto legge n. 229 del 30 dicembre 2021 recante misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria. E tra le nuove norme il decreto-legge prevede “che la cessazione della quarantena o dell’auto-sorveglianza consegua all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati; in tale ultimo caso la trasmissione all’Asl del referto a esito negativo, con modalità anche elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto-sorveglianza”. Ascoltando, tuttavia la storia di un positivo, vaccinato con 3 dosi, che per motivi di privacy chiameremo Ciccio fa sorgere alcuni dubbi su quanto le norme del nuovo decreto siano state ben interpretate.
Ciccio è un insegnante di scuola statale, sottoposto dunque alla vaccinazione obbligatoria. Ha fatto la terza dose di vaccino l’8 dicembre 2021. Ha i parenti a Roma, dove giunge il 22 dicembre. In casa dei parenti c’è ospite anche una dottoressa che, in previsione della cena della Vigilia con numerosi ospiti, chiede a Ciccio di fare un test rapido anti-Covid, il quale risulta negativo. Il 24 dicembre sera, alla fine della cena, Ciccio fa alcuni colpi di tosse e la stessa dottoressa gli consiglia di rifare il test il giorno dopo. Il 25 dicembre mattina Ciccio fa il test rapido e risulta positivo. Viene immediatamente portato allo Sheraton-Covid hotel dove, la mattina del 26 dicembre, gli fanno il test molecolare. Il 27 dicembre, il referto del laboratorio del Regina Elena/San Gallicano conferma la positività. Passano i giorni, durante i quali non accusa alcun sintomo.
Ciccio il 31 dicembre legge nell’ordinanza del Presidente della Regione Lazio che “il test antigenico potrà essere utilizzato per la valutazione del termine dell’isolamento di un caso confermato COVID-19”, motivo per cui il conteggio dei giorni di isolamento comincia dal 25 dicembre, e dunque proprio il 31 dicembre sarebbe il settimo giorno. Legge inoltre nella circolare del Ministero della Salute, al punto 2 che riguarda l’isolamento, che “Quanto ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster, o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni”. Insomma, è proprio il suo caso, si dice. E così telefona subito al medico, ma gli viene immediatamente, e da più di un medico in diverse telefonate, opposto che i loro “capi” affermano che ordinanza e circolare (ma anche il decreto del 30 dicembre) non hanno effetto retroattivo e che dunque deve soggiacere all’ordine dei dieci giorni di isolamento. Ciccio si sente molto frustrato per la situazione è chiama il suo amico medico Vittorio Unfer che così commenta il caso: “benché si comprenda la difficoltà in un periodo di pandemia di fare delle leggi che possano valutare tutti i possibili casi, è d’altronde necessario che chi è preposto alla loro applicazione abbia la necessaria elasticità mentale per comprendere ciò che il legislatore vuole intendere. In questo caso i dirigenti preposti all’applicazione della legge non sono stati capaci di comprendere la situazione, sequestrando in albergo una persona che per la stessa legge sarebbe stata libera di andare.”