Oncologi, epidemiologi, vertici dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana, Istituzioni scolastiche, medici di medicina generale, uniti nel parlare al mondo giovanile, rappresentato da numerosissimi studenti di diversi istituti scolastici, sul tema della prevenzione in oncologia, un argomento di grande rilevanza visto l’incremento, a livello globale, della malattia tumorale e la mancata consapevolezza, in molti, che il tumore è una malattia prevenibile, seguendo corretti stili di vita.
Dall’ultimo rapporto (2022) sui numeri del cancro in Italia, nella parte che riguarda i fattori di rischio comportamentali, che possono indurre l’insorgenza di un tumore, è emerso che non ci sono stati grandi miglioramenti negli ultimi 15 anni, ad eccezione dell’abitudine al fumo di sigaretta in lenta riduzione negli uomini (ma non nelle donne), mentre si registra un aumentato di consumo di alcol a rischio tra i giovani, la sedentarietà, l’eccesso del peso corporeo e la mancata conoscenza o l’indifferenza del danno che può provocare una prolungata esposizione ai raggi solari. Inoltre, si ravvisa la necessità di stimolare le vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro, come quella contro il papilloma virus umano (HPV).
L’assessore regionale della Salute, dottoressa Giovanna Volo, dopo aver ringraziato i numerosi studenti presenti e dialogato con loro, si è riferita al razionale dell’incontro, definendolo il cuore della necessaria formazione e informazione per il mantenimento dello stato di salute, ed ha espresso il proprio compiacimento per l’importante riconoscimento che il ministero della Salute ha dato alla Regione Siciliana per le azioni messe in atto col piano di prevenzione 2023-2025. “Ciò significa – dice la Volo – che quello che stiamo portando avanti, pur nelle difficoltà dei difficili anni della pandemia da Covid, rappresenta un’attività di rilievo e da igienista non smetterò mai di dire che la prevenzione è il modo migliore, se non l’unico, di garantire la nostra salute”.
Per Marco Romano, direttore del Giornale di Sicilia, la comunicazione e l’informazione è essenziale quando si tratta di prevenzione, soprattutto in un campo così delicato qual è quello oncologico. “Parlare ai ragazzi è importante – sostiene Romano – in un’era digitale e social dove il rischio della disinformazione, parallela all’informazione reale, è sempre più concreto”.
“Questo incontro sulla prevenzione in oncologia riveste un’elevata importanza perché affronta uno dei temi più impegnativi e difficili che oggi si offrono a chi governa la salute pubblica”, afferma il dottore Salvatore Requirez, dirigente generale del dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana. E continua: “La prevenzione rappresenta la manovra economica sanitaria più redditizia che si possa offrire a chi governa la salute nel mondo”.
Per il professore Giuseppe Pierro, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, è fondamentale che studentesse e studenti sviluppino le conoscenze e le abitudini necessarie per andare incontro all’età adulta in salute.
“I percorsi di formazione e informazione della scuola – puntualizza Pierro – sono focalizzati alla prevenzione di disturbi e patologie che potrebbero svilupparsi in seguito a un’alimentazione scorretta, eccessiva o, al contrario, insufficiente per quantità o qualità, ma anche all’abitudine al fumo, all’abuso di alcol. Abitudini diffuse tra i giovani e che minano in profondità la loro salute”.
Il rettore dell’Università di Palermo, professore Massimo Midiri, ha parlato agli studenti – come ha affermato – non da rettore, ma da padre. Consigliandoli ad avere più consapevolezza nell’ambito della salute. A chi gli chiedeva se consigliava di intraprendere, dopo il diploma, Medicina, Midiri ha risposto che fare il medico significa passione, dedicare tutta la vita alla cura delle persone, un costante processo di aggiornamento. Un mestiere che coinvolge in ogni istante e che non può essere fatto senza sentire dentro la missione del fare per gli altri.
Gli Osservatori di area dell’Ufficio scolastico regionale hanno rilevato in quest’ultimo biennio un incremento del disagio psico-emotivo nella fascia adolescenziale, disagio che si manifesta con forme di ritiro sociale e gravi difficoltà relazionali, forse connessi alla fase post pandemica.
Per il dottore Roberto Bordonaro, direttore dell’Oncologia medica dell’ARNAS Garibaldi di Catania, ridurre il carico di tumori nella popolazione non si traduce solo in vite salvate, ma anche nella preservazione della qualità di vita, della capacità produttiva, del contenimento dei costi che gravano sul Sistema Sanitario. “Questi sono i motivi – dice Bordonaro – per i quali dedicare alla prevenzione momenti di dibattito, di confronto e di divulgazione è già, di per sé, un intervento a tutela della salute pubblica”.
Per il professore Adelfio Elio Cardinale, presidente della Società di Storia della Medicina, per una futura storia dell’oncologia, è necessario un nuovo rapporto con tutti i sistemi del pianeta: animale, vegetale, ambientale.
Sulla stessa linea il dottore Stefano Vitello, direttore dell’Oncologia medica del Sant’Elia di Caltanissetta. “In quest’opera di ‘educazione “ecologica’ i giovani possono essere fedeli alleati, promulgatori di corresponsabilità e convincenti cantori della bellezza della vita”.
“La prevenzione primaria – aggiunge il dottore Vitello – è lo strumento che può ambire a successi preziosi nella lotta ai tumori. Adottando corretti stili di vita, una regolare attività fisica, un’equilibrata dieta, è possibile ridurre di circa il 50% l’insorgenza dei tumori”.
Il ruolo del medico di famiglia nella prevenzione? “Il Medico di Medicina Generale rappresenta – dice il dottore Francesco Migliazzo, presidente e vicesegretario FIMMG, sezioni di Palermo – il punto di riferimento del cittadino. In virtù del rapporto di fiducia che ha con gli assistiti, ha la possibilità di fornire informazioni, chiarimenti, consigli non solo sul mantenimento del proprio stato di salute, ma anche sui programmi di prevenzione e di screening”.
E la scuola? “Ciò che deve fare la scuola – dice la professoressa Daniela Crimi, preside del liceo linguistico Ninni Cassarà, di Palermo – e indicare ai ragazzi quali sono gli scorretti stili di vita e indirizzarli ad una vita sana, allo sport, all’astensione dal fumo, a una corretta alimentazione. Dobbiamo coinvolgere di più altre istituzioni, per esempio, chi decide sulle mense scolastiche, tenendo sempre presente che i I giovanissimi imparano non da ciò che diciamo, ma da ciò che facciamo”
I DATI SUI TUMORI IN SICILIA
In Sicilia, ogni anno, si registrano in media 23.400 nuovi casi di tumore (escluso quelli della pelle non melanoma) di cui almeno la metà potrebbe essere evitata proprio intervenendo correttamente sugli stili di vita.
Nell’Isola, si stima che vivano oltre 200.000 persone con diagnosi di tumore, il 4% dell’intera popolazione siciliana, quasi un numero pari agli abitanti di Caltanisetta, Trapani e Agrigento, messi insieme, non contando i tumori della pelle non melanoma, con una mortalità che si aggira sulle 13.000 persone ogni anno, il 57% uomini, il 43% donne.
Tra gli uomini è il tumore del polmone a rappresentare la prima causa di decesso, con oltre un quarto del totale dei decessi (26%), seguito da quello del colon retto (12%), della prostata (10%), del fegato (7%) e della vescica (6%).
Tra le donne, al primo posto per mortalità c’è il tumore della mammella, con quasi un quinto del totale dei decessi oncologici nella popolazione femminile (18%), seguito dal colon retto (13%), dal polmone (11%), del fegato (7%) e del pancreas (8%). Numeri che danno la misura di come la prevenzione sia, nel comune sentire, una “pratica” che tutti conoscono, ma che non tutti applicano correttamente.
Rispetto alla media nazionale, tra gli uomini si conta una minore incidenza del tumore alla prostata (17% contro il 19% della media italiana), mentre si registra un maggior numero di casi, anche se contenuto (16% contro 15) di cancro polmonare (principale causa il fumo di sigaretta, anche passivo) e della vescica (14% contro la media nazionale del 12%), mentre per la popolazione femminile si ha una maggiore incidenza rispetto alla media nazionale del carcinoma alla mammella (31% contro 30%) e del colon-retto (14% verso il 12%).