Il gioco d’azzardo patologico è come una droga per il cervello perché attiva le stesse aree neurali di droghe e alcol.
Lo rivela uno studio coordinato da esperti dell’Imperial College di Londra e pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry.
Osservando con la risonanza il cervello di 19 giocatori patologici e altrettanti soggetti sani, gli esperti hanno visto che nei primi, in risposta a immagini che ricordano il gioco (la foto di una roulette o di un negozio di scommesse) si attivano intensamente ‘insula’ e ‘nucleo accumbens’, le stesse regioni coinvolte in tossicodipendenze e alcolismo.
Inoltre hanno visto che il desiderio di giocare è più forte e incontrollata se gli individui presentano connessioni più deboli tra nucleo e lobo frontale, dove hanno sede autocontrollo e decisionalità. Le scoperte sono la base per costruire nuovi interventi mirati contro la dipendenza da gioco, anche attraverso l’uso di farmaci.