L’Italia si posiziona al 63° posto nel mondo e al 19° tra le 22 nazioni dell’Europa occidentale sulla strada verso la parità di genere. Nonostante i significativi miglioramenti compiuti negli ultimi anni, resta ancora molto lavoro da fare.
Istituzioni, associazionismo civile e scientifico, mondo del lavoro pubblico e privato stanno mettendo sempre più al centro l’urgenza di un approccio strategico alle pari opportunità tra uomini e donne, con proposte e nuove strategie per realizzare il cambiamento.
Se ne parla in occasione del Convegno “Empowerment femminile: un catalizzatore della parità di genere” – organizzato da Abbott in collaborazione con le associazioni Healthcare Businesswomen’s Association (HBA) Italia e Le Contemporanee.
Dal Convegno è emersa l’importanza di creare condizioni economiche, politiche, sociali, culturali favorevoli a innescare un circolo virtuoso di parità di genere, leadership femminile e crescita economica sostenibile. Come la recente attuazione di un osservatorio nazionale e una cabina di regia interistituzionale per garantire il rispetto della parità di genere.
Parità di genere a che punto siamo in Italia?
Resta ancora molto da fare affinché alle donne vengano garantite eque opportunità. Secondo l’ultimo Report del World Economic Forum, l’Italia si posiziona al 63° posto nel mondo e al 19° tra le 22 nazioni dell’Europa occidentale sulla strada verso la parità di genere. L’ambito in cui l’Italia ha una forte necessità di migliorare è quello del lavoro: qui si registrano ancora gravi disparità, tanto che il nostro paese si colloca costantemente all’ultimo posto tra tutti gli Stati membri dell’UE. Una donna su due non lavora, se lavora percepisce una retribuzione inferiore a quella degli uomini, e solo il 28% delle donne occupa posizioni manageriali.
Anche nel settore sanitario la situazione non cambia, come emerge da una review realizzata da Salutequità. A fronte di una forte presenza femminile nelle professioni sanitarie – 7 neolaureati su 10 nelle materie sanitarie sono donne così come il 67,7% dei lavoratori del Servizio sanitario nazionale (è donna il 76,4% degli infermieri e il 48% dei medici) – poche ricoprono incarichi dirigenziali. Infatti, solo il 18% delle cattedre nelle discipline mediche è ricoperta da donne e solo il 15% dei Direttori di struttura complessa e il 22% dei Direttori generali è donna. Si conferma, inoltre, il divario retributivo anche nel settore Medico-sanitario e farmaceutico, con una differenza del 15% a favore degli uomini. L’equità di genere in sanità è ancora ben lontana dall’essere raggiunta.
La campagna Dai Voce alla Tua Voce
Le Nazioni Unite indicano il concetto di empowerment femminile come fondamentale per lo sviluppo della società, perché va di pari passo con l’uguaglianza e la parità di genere che sono prerequisiti fondamentali per un mondo più sicuro, più pacifico e più sostenibile per tutti.
La campagna di sensibilizzazione e informazione Dai voce alla tua voce, promossa da Abbott in collaborazione con le associazioni Healthcare Businesswomen’s Association (HBA) Italia e Le Contemporanee, si compone di diverse iniziative, un sito web e uno spot e punta a mobilitare le energie femminili per aiutare le donne a raggiungere il loro pieno potenziale di vita, come spiega Stefano Zangara, Direttore Risorse Umane di Abbott: “La diversità di genere e l’inclusione non sono solo comportamenti moralmente virtuosi, ma una necessità aziendale. La diversità alimenta la creatività. La creatività guida l’innovazione. L’innovazione genera soluzioni e tecnologie rivoluzionarie che cambiano la vita. Niente di tutto questo può fiorire senza un clima di equità e inclusione. Come azienda intendiamo essere parte attiva nella costruzione di una cultura più inclusiva. Siamo orgogliosi di poter dare il via alla Campagna ‘Dai voce alla tua voce’, un altro passo in un percorso in cui l’inclusività e le pari opportunità diventino uno stato naturale, non una singola iniziativa.”
Abbott è attivamente impegnata a sostenere la diversità, l’equità e l’inclusione all’interno dell’azienda. Presente in oltre 160 paesi con circa 113.000 dipendenti nel mondo, in Italia Abbott ha raggiunto numeri significativi nella parità di genere: il 51% dei dipendenti è donna, e lo è il 42% dei manager e il 50% dei top manager, senza alcuna differenza retributiva rispetto ai loro colleghi uomini (0% di pay gap).
Per saperne di più sulla campagna visita il sito www.daivoceallatuavoce.it