La stretta sui contratti a termine prevista dal testo del Decreto Dignità, attualmente in discussione alla Camera, rischia di diventare un forte impedimento per la ricerca scientifica italiana, che funziona spesso seguendo meccanismi peculiari, e una limitazione della mobilità dei nostri scienziati potrebbe andare a danneggiare la stessa competitività del paese.
“Non si è ancora fatta una seria riflessione sulla possibilità di introdurre tipologie contrattuali ad hoc per il mondo della ricerca. Già il lavoro a termine previsto nel Jobs Act non era adatto al settore, ridurne oggi ulteriormente la durata non può che aggravare il problema.” dichiara Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon. “Le cosiddette fasi di post-dottorato, di durata variabile e a pieno titolo parte del percorso di formazione dei nostri ricercatori, non sono codificate nel nostro Paese e la mancanza di tipologie contrattuali specifiche rende difficile il reclutamento a livello nazionale e internazionale. Occorrerebbero contratti a termine con durata flessibile e procedimenti snelli, secondo modalità peraltro già previste in altri paesi, come nel Nord Europa o negli USA, per rendere il reclutamento dei nostri ricercatori più competitivo e per agevolare una circolazione dei soggetti che è funzionale a realizzare la migliore ricerca possibile. L’assenza di un’attenzione specifica da parte delle Istituzioni alle esigenze peculiari del mondo della ricerca potrebbe portare a un progressivo impoverimento del settore, che in Italia ha enormi potenzialità e che viene troppo spesso trascurato.”