Cos’è l’ISEE e quando si deve dichiarare una polizza vita


Quando parliamo di ISEE, acronimo di Indicatore della situazione economica equivalente, facciamo riferimento a uno strumento che consente di accedere a prestazioni sociali agevolate e bonus da parte di nuclei familiari. Si tratta di benefici e sussidi, come ad esempio il reddito di cittadinanza, che diventa possibile ottenere in base alla propria condizione economica. Quest’ultima viene analizzata facendo riferimento a reddito e patrimonio dei componenti della famiglia: viene rapportata, in base alla struttura stessa del nucleo, a una scala di equivalenza ben precisa.

La carta d’identità economica di un nucleo familiare

L’ISEE può essere definito una sorta di carta di identità economica, relativa a tutte le persone che si trovano indicate nello ‘stato di famiglia’ e che vivono insieme in una stessa casa. Consente di effettuare la misurazione del complessivo livello economico di qualsiasi nucleo, valutando le voci di ricchezza che ad esso possono essere attribuite. Il riferimento è in particolare a rendite finanziarie, proprietà immobiliari e altri redditi. In questo senso sarà utile anche indagare e approfondire l’aspetto relativo alla polizza vita, in modo da comprendere se e in che modo essa debba essere dichiarata a tale scopo.

Prima di dedicarci a questa tematica, sarà utile fare mente locale sul modo in cui l’ISEE stesso viene calcolato. Si fa riferimento alla Dichiarazione sostitutiva unica, indicata spesso con l’acronimo DSU, che rimane valida fino alla fine dell’anno in cui viene presentata (a prescindere dal momento in cui viene fatta la richiesta). Sarà innanzitutto utile fare mente locale sul modo in cui un documento importante come la DSU è strutturato. Sono presenti al suo interno una serie di sezioni dette moduli, che si riferiscono a determinate informazioni da inserire: patrimonio mobiliare e immobiliare, composizione del nucleo familiare, dati anagrafici dei singoli componenti, redditi, possesso di veicoli, assegni eventualmente percepiti, casa di abitazione.

Com’è fatta la Dichiarazione sostitutiva unica

L’ISEE è il risultato di un ponderato intreccio di variabili matematiche e non matematiche: insomma, non è mai corrispondente a una mera e fredda somma numerica. La DSU si compone di tre parti e contiene i dati anagrafici utili a identificare le persone che compongono il nucleo familiare, i dati relativi ai redditi che ciascun componente della famiglia percepisce e i dati patrimoniali, quelli riguardanti i beni mobili e immobili posseduti da ciascuna persona risultante nello stato di famiglia.

Quando si parla di famiglia anagrafica si fa riferimento alle persone che risultano essere coabitanti, residenti in un medesimo Comune e legate tra loro da vincoli di parentela, adozione, tutela, affinità e affettivi. Le variabili che entrano in gioco per quanto riguarda il calcolo dell’ISEE sono tante, ecco perché lo stesso livello di ricchezza associato a nuclei familiari molto diversi tra loro, produrrà indicatori differenti e non avrà il medesimo peso ai fini del calcolo. Molto dipenderà ad esempio dal numero di componenti della famiglia oppure dalla presenza eventuale di persone invalide o disabili. Tutti i dati si trovano conservati – e resi disponibili per eventuali controlli e accertamenti della Guardia di Finanza – nell’Archivio nazionale ISEE che viene gestito dal’Inps.

Quando fare l’ISEE e quali benefici si possono ottenere

Sarà utile fare mente locale sul fatto che il Decreto crescita ha apportato modifiche importanti in fatto di ISEE, DSU e calcolo dei redditi. Come abbiamo avuto modo di accennare, il periodo di validità della DSU – dal gennaio del 2020 – ha inizio dalla data di presentazione e termina il 31 dicembre del medesimo anno. In più, sempre a partire dal 2020, i redditi di riferimento per calcolare l’ISEE sono quelli relativi ai due anni precedenti. Si deve fare l’ISEE quando si desideri ottenere qualche sussidio, beneficio o agevolazione in base alla propria condizione economica. Il riferimento è, ad esempio, agli sconti su trasporti pubblici, bollette di gas, acqua ed energia elettrica ma anche agevolazioni in relazione alle tasse universitarie o per invalidi. Ma si possono ottenere anche prestazioni specifiche in presenza di minori, come ad esempio il bonus bebè.

La DSU e i contratti di assicurazione con diritto di riscatto

Cerchiamo adesso di capire se una polizza vita, che serve a proteggere se stessi e la propria famiglia da eventi potenzialmente in grado di pregiudicare la stabilità finanziaria, debba essere dichiarata ai fini del calcolo ISEE. Sarà utile mettere a fuoco questo aspetto, poiché molto spesso si viene assaliti da dubbi sulla necessità o meno di indicare la polizza vita – insieme agli altri dati – nella DSU da compilare per poter scoprire il proprio ISEE. Per trovare la risposta a un simile quesito dobbiamo fare riferimento ancora una volta al Decreto crescita, che è andato a modificare il DPCM 159 del 2013 – riguardante la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente – per trovare la risposta a un simile quesito.

Viene stabilito che si debbano dichiarare nella Dichiarazione sostitutiva unica, al momento di individuare le componenti del patrimonio mobiliare della famiglia, i contratti di assicurazione con diritto di riscatto (che dunque sono in grado di concorrere alla determinazione dell’ISEE). Si dovrà quindi procedere alla dichiarazione dell’ammontare dei premi versati entro il 31 dicembre del secondo anno precedente alla presentazione della dichiarazione (al netto di riscatti eventuali). Senza dimenticare le polizze a premio unico anticipato, con riferimento alle quali si dovrà dichiarare l’importo del premio versato. Queste polizze dovranno essere inserite nel documento ai fini del calcolo dell’ISEE poiché – per via del diritto di riscatto – si avrà la possibilità di liquidare la polizza stessa, passato un periodo di tempo ben preciso. Trascorso quest’ultimo, che viene specificato nel contratto, la famiglia possiede una ricchezza che potrebbe utilizzare subito. Ecco spiegato il motivo in base al quale occorre procedere alla relativa dichiarazione ai fini del calcolo dell’Indicatore della situazione economica equivalente.

Pubblicato da: Redazione AZS

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