Contraccezione responsabile.
Parlare alle giovani con chiarezza
Ottima la campagna
della Sigo e di MSD
di Carmelo Nicolosi
Purtroppo, le statistiche sono impietose. Nel Paese, una gravidanza su cinque non è desiderata. E sono molte, soprattutto le giovanissime, che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza. Un fenomeno che potrebbe essere stroncato se in Italia si adottasse una buona informazione e si desse modo a tutte le giovani di avere una cultura sui comportamenti sessuali e la contraccezione, oggi ben lontani dagli standard europei.
Si stima, che dai 15 ai 49 anni, il 59 per cento della popolazione femminile non utilizza alcun metodo contraccettivo: il 15 non ne ha mai fatto uso e il 44 ha smesso di utilizzarlo.
Il divario con altri Paesi europei si coglie in modo chiaro: solo il 16,2 per cento delle donne italiane usa contraccettivi ormonali, mentre in Francia questo tipo di contraccezione è utilizzata regolarmente dal 41,5 per cento delle donne.
In Italia, l’impiego della contraccezione ormonale varia in funzione delle aree geografiche. Si mantiene sopra la media al nord, tra il 23 per cento della Valle d’Aosta e il 16,6 del Friuli, con eccezione del Veneto (15,6) per diminuire al centro e al sud, ad eccezione della Sardegna con ben il 30,3 per cento.
Da una ricerca Eurisko emerge che oltre la metà delle donne intervistate (42 per cento), che ha avuto rapporti sessuali nel mese precedente l’indagine, non aveva usato metodi contraccettivi e che non li utilizzava tutt’ora, nonostante il 34 per cento non desiderasse avere un figlio.
Una stranezza è che esiste tra le donne italiane, a differenza di quelle del resto d’Europa e dell’America, un rapporto con la contraccezione che si presenta particolarmente complesso. Sono in molte le italiane a soffrire in maniera pesante il peso e l’ansia del contraccettivo ormonale, tanto che c’è un buon 37 per cento che abbandona la pillola. E c’è anche chi viene afferrata dall’ansia al solo pensiero di dimenticare di prenderla, cosa che accade a otto donne su dieci, mentre il 42 per cento manifesta il timore di ingrassare o di avere problemi estetici e si scoraggia per dovere andare dal medico per farsela prescrivere.
Va detto, che non tutte le donne pensano che oltre la pillola esistono altri metodi che non richiedono un impegno quotidiano: l’anello vaginale, il cerotto, l’impianto sottocutaneo. Basta, senza remore, parlarne al proprio ginecologo.
Un plauso va alla campagna sulla contraccezione “Love it! Sesso consapevole”, promossa dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) e da “lapillolasenzapillola”, progetto educazionale di MSD, che ha visto a Roma riuniti, come testimonial, personaggi dello spettacolo quali Baby K, idolo rapper delle giovanissime, Claudia Pandolfi, Valeria Solarino, Giorgio Pasotti. Un’intelligente mossa per avvicinare le giovani alla contraccezione responsabile. Ed è stato anche attivato un sito: www.lapillolasenzapillola.it dove si può anche interpellare la Love Band, un servizio di consulenza online su sessualità e contraccezione gestito da 12 giovani ginecologhe. Emerge dai tanti contatti che le ragazze, in tema di sesso, mostrano poca consapevolezza e maturità, probabilmente a causa di un antico pudore che investe le famiglie italiane quando devono parlare di sessualità. Un errore che le giovani possono pagare caro. E proprio molte domande sono riferite ai contraccettivi, ai loro possibili effetti indesiderati, alle modalità di inserimento dell’anello vaginale, alla contraccezione d’emergenza, alle alternative alla pillola anticoncezionale presenti sul mercato. E in una percentuale molto alta (42 per cento) le giovani non fanno uso di alcun contraccettivo, affidandosi pienamente al partner o… alla fortuna.