Una nuova possibilità di miglioramento dei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (bpco) è stata presentata a Monaco di Baviera, al recente congresso dell’European respiratory society. Si tratta della prima terapia in grado di fornire una duplice azione di dilatazione dei bronchi grazie a due principi attivi: indacaterolo e glicopirronio, molecole con meccanismo sinergico e complementare.
«Dallo studio Shinè emerge che una sola somministrazione giornaliera della co-formulazione indacaterolo e glicopirronio, porta, rispetto ad altre terapie, ad un incremento di giorni liberi dai sintomi di 16 giorni, un risultato importante che consente al paziente di riprendere la vita sociale e uscire dall’isolamento in cui spesso si chiude», sottolinea il professore Pierluigi Paggiaro, ordinario di malattie respiratorie all’università di Pisa.
Bpco significa restringimento di bronchi e polmoni con grave difficoltà nella respirazione. La malattia si aggrava col passare del tempo e può avere esiti letali (si prevede che diventerà la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori, entro il 2020). Per il professore Girolamo Pelaia, dell’università Magna Graecia di Catanzaro, i meccanismi d’azione della nuova formulazione consentono una rapida, stabile e persistente facilitazione del passaggio dell’aria attraverso i bronchi.
La causa primaria della temibile malattia è il fumo di sigaretta. Può anche contribuire l’inquinamento ambientale, ma in misura minore.
Nel mondo, sono intorno a 210 milioni le persone affette da bpco. In Italia, la patologia coinvolge circa il 6 percento della popolazione, con punte del 25 tra i fumatori sopra i 40 anni. Va detto, che il 50 percento delle persone con bpco è al di sotto dei 65 anni, cosa che si riflette in un aumento dell’assenteismo dal lavoro e in pensionamenti anticipati. In Sicilia, si stima che i soggetti con bpco siano più di 200 mila.
Nota particolarmente negativa è il galoppare della malattia tra le donne. Si calcola, che nell’arco di 5-7 anni la bpco avrà un incremento più del doppio nella nostra popolazione femminile, con conseguenze disastrose. Purtroppo, mentre si osserva una diminuzione dell’abitudine al fumo di sigaretta tra gli uomini, le donne più difficilmente smettono di fumare, mentre è stato messo in evidenza il non indifferente consumo di tabacco tra le giovani in età scolare, con un rischio polmonare che è più alto che nei maschi.
I campanelli d’allarme da non sottovalutare sono: tosse, produzione di catarro, difficoltà nella respirazione, affanno.
Le persone con bpco, provano fatica a salire le scale, affanno nel passeggiare, fino a rinunciare a camminare per brevi tragitti. Hanno difficoltà nelle attività quotidiane, tanto da ricorrere all’auto-limitazione del movimento, fenomeno che apporta un aggravamento della malattia, un peggioramento della qualità della vita e della prospettiva di sopravvivenza.
«La crescente fatica, induce il paziente a ridurre l’attività fisica, innescando una spirale perversa che aggrava la malattia»., spiega il professore Francesco Blasi, ordinario di malattie respiratorie all’università di Milano.
Per il professore Paggiaro, la nuova formulazione farmaceutica, offrendo ai pazienti giorni liberi dai sintomi della bpco, permette loro di ritornare all’attività fisica con giovamento per la salute.