Altre esperienze di Attività Assistite dagli Animali riguardano anziani ospiti di case di riposo. Si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per chi spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali.
Ma non soltanto. Anche le persone che hanno un’eccessiva pressione del sangue e i cardiopatici possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale: è stato, infatti, dimostrato che l’interazione con un animale ha effetti benefici sulla pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.
È significativo a questo proposito uno studio condotto da ricercatori dell’UCLA Medical Center, di Los Angeles, su pazienti ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca. I medici hanno osservato come una visita della durata media di 12 minuti di un cane (si badi bene, non del proprio cane) sia stata un vero e proprio toccasana per i degenti, essendo stata capace di ridurre del 10 per cento la pressione arteriosa, di diminuire del 17 per cento la quantità di ormoni a effetto negativo sulla circolazione sanguigna e di abbassare del 24 per cento il livello di ansia, un risultato dimostratosi di gran lunga migliore di quanto non abbia fatto la visita di un volontario.
Le Terapie Assistite dagli Animali (vedi la prima parte su questo sito) sono, invece, dirette alle persone con disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, o che soffrono di disturbi psicomotori, di nevrosi ansiose e depressive, di sindrome di Down, autismo, demenze senili di vario genere e grado e di patologie psicotiche, ma anche a quanti necessitano di riabilitazione motoria come chi è affetto da o reduce da lunghi periodi di coma.
L’animale costituisce uno stimolo nuovo alla curiosità rendendo possibile il contatto e una comunicazione non convenzionale. La sua presenza solitamente risveglia l’interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione e, grazie all’instaurazione di relazioni affettive, stimola energie positive, rendendo al malato più accettabile il disagio di cui è portatore.
Prendersi cura dell’animale, favorisce inoltre il senso di responsabilità, quanto mai auspicabile nel caso di bambini e di adulti che abbiano perso la fiducia in se stessi, garantendo un’immagine valida e positiva della propria persona e del proprio valore individuale. Il legame vicendevole che si instaura, proprio grazie al cibo, tra uomo e animale può, almeno in parte, compensare la mancanza eventuale di quello interumano, e, comunque, favorire lo sviluppo di sentimenti di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, essere trasferiti ad altre persone.
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