Prediabete è un termine che in ambito medico definisce una condizione caratterizzata da livelli di glicemia (glucosio nel sangue) che vanno da 100 a 125 mg/dL a digiuno.
Si ricorda che il range di normalità della glicemia a digiuno va da 70 a 99 mg/dL e che in caso di valori uguali o superiori a 126 mg/dL confermati in due giornate differenti si ha diagnosi di diabete.
Lo studio “Prediabetes” (Shantal Alvarez; Ryan Coffey; Priyanka M. Mathias; Amit M. Algotar), pubblicato nel 2023 sul portale della National Library of Medicine statunitense, definisce il prediabete come un “precursore prima della diagnosi di diabete mellito”.
Nella gestione e nel monitoraggio del prediabete hanno una fondamentale importanza alcuni esami clinici, in particolare la glicemia a digiuno (FPG, Fasting Plasma Glucose), la curva da carico di glucosio (OGTT, Oral Glucose Tolerance Test) e l’emoglobina glicata (HbA1c). Quest’ultimo è un test di notevole utilità che vale la pena di conoscere più da vicino. In particolare in questo articolo cercheremo di capire meglio cos’è l’emoglobina glicata e come abbassarla con alcune strategie che riguardano lo stile di vita.
Emoglobina glicata: cos’è?
Il test dell’emoglobina glicata (o glicosilata) è un esame di laboratorio che consente di verificare la media dei valori di glicemia degli ultimi 90 giorni. I valori sono espressi generalmente in percentuale:
- < 5,7%: valori normali;
- 5,7%-6,4%: prediabete;
- > 6,5%: diabete.
Per capire l’importanza di questo test si deve tenere presente che quando il glucosio nel sangue si lega all’emoglobina A1 (la quasi totalità dell’emoglobina) dà vita a una frazione denominata emoglobina glicata. Quanto più glucosio è presente nel circolo sanguigno, tanta più emoglobina glicata si formerà.
Il legame tra glucosio ed emoglobina resta stabile per tutta la vita dei globuli rossi (mediamente 120 giorni) e ciò consente di fare una stima molto precisa della quantità di glucosio presente nel sangue negli ultimi 3 mesi circa.
Le variazioni quotidiane di glicemia non hanno alcuna influenza sulla concentrazione di emoglobina glicata e, conseguentemente, questo esame risulta molto utile per monitorare l’andamento della glicemia nel corso del tempo. Un singolo test della glicemia a digiuno fotografa la situazione di un momento e non mancano per esempio casi di persone che hanno valori normali di glicemia a digiuno, ma alte concentrazioni dopo i pasti e casi di chi ha elevati livelli di glucosio nel sangue a digiuno, ma solo moderatamente alti dopo i pasti.
Tra l’altro, come facilmente si può immaginare, il test è utile anche per valutare l’efficacia del trattamento delle cure a medio e lungo termine in coloro che sono già affetti da diabete mellito.
Per inciso, è stato dimostrato che un controllo regolare dei valori di iperglicemia fin dalla fase del prediabete consente di adottare quelle contromisure che possono ritardare, se non addirittura prevenire, l’insorgenza di diabete mellito di tipo 2 e, soprattutto, le sue pericolose complicanze.
Quando viene richiesto il test dell’emoglobina glicata?
Il test dell’emoglobina glicata viene talvolta inserito nell’ambito di un controllo di routine insieme ad altri esami clinici (emocromo, glicemia, colesterolo totale, HDL e LDL, trigliceridi, gamma GT ecc.).
Può essere poi richiesto quando il paziente riferisce al medico sintomi o segni che potrebbero far pensare a una situazione di iperglicemia (aumento della sete, aumento della frequenza delle minzioni, maggior appetito, stanchezza ecc.).
L’esame viene consigliato di norma anche in presenza di fattori quali ipertensione arteriosa, valori alterati del profilo lipidico, presenza di familiari di primo grado affetti da diabete, sindrome dell’ovaio policistico, malattie associate a insulino-resistenza ecc.
Infine, il test viene richiesto periodicamente, a scopo di monitoraggio, in caso di accertata condizione di prediabete e nei pazienti diabetici.
Come si abbassa l’emoglobina glicata?
L’abbassamento dei valori di emoglobina glicata passa soprattutto dall’adozione di un corretto stile di vita.
Per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale, il consiglio è quello di seguire le linee guida date dall’American Diabetes Association. In caso di prediabete è bene stabilire con il proprio medico un regime dietetico personalizzato, adeguato alle caratteristiche del paziente, con l’obiettivo non solo di tenere sotto controllo la glicemia, ma anche di favorire un’adeguata perdita di peso in caso di obesità o sovrappeso.
A una sana alimentazione deve poi essere associata una regolare attività fisica, fondamentale sia per chi ha il diabete che per chi si trova nella fase di prediabete.
L’abbinamento di una sana alimentazione a comportamenti virtuosi e a un’attività fisica regolare contribuisce a rendere le cellule più reattive all’insulina, quindi può ridurre i livelli di glucosio nel sangue (e quindi anche quelli di emoglobina glicata), ad abbassare i valori di pressione arteriosa, a tenere sotto controllo il peso e a innalzare i livelli di colesterolo buono.