Riflettori accesi
sul tumore ovarico


Il meno conosciuto e più insidioso tra le neoplasie femminili. È il tumore ovarico che, nel mondo, colpisce circa 250.000 donne. In Italia, vi convivono circa 37.000 persone e, ogni anno, vengono poste circa 5.000 nuove diagnosi. Numeri importanti, causati anche dal fatto che, nella maggior parte dei casi, viene scoperto tardi.

Secondo un’indagine promossa da ACTO onlus – Alleanza contro il Tumore Ovarico, in Italia, 6 donne su 10 non conoscono la patologia e il 70 per cento non sa indicarne i sintomi e gli esami a cui sottoporsi.

Per promuovere la conoscenza sulla malattia, ACTO onlus lancia Scatti d’energia – Insieme contro il tumore ovarico, una campagna nazionale itinerante d’informazione e sensibilizzazione realizzata con il sostegno di Roche.

Alcuni personaggi famosi hanno accettato di farsi fotografare dal fotografo delle star Dirk Vogel mostrando un messaggio di sensibilizzazione sul tumore ovarico. Ma sono invitati a partecipare tutti i cittadini che, attraverso la pagina Facebook dell’iniziativa (www.facebook.com/scattidenergia), potranno caricare un selfie (un autoscatto col cellulare) accompagnato da un messaggio.

La sintomatologia del tumore ovarico è aspecifica e praticamente assente in fase iniziale, tanto che, nell’80 per cento dei casi, la patologia dà segni di sé quando è in fase avanzata.

«Il tumore ovarico è una malattia subdola, riconoscere i sintomi è importante, ma la sintomatologia è quanto mai aspecifica: dolori addominali (crampi, fitte), gonfiore addominale, cambiamento delle abitudini dell’alvo sono disturbi che possono presentarsi in molte altre patologie», spiega il dottore Sandro Pignata, direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica Uro-Ginecologica all’Istituto Nazionale Tumori IRCCS – Fondazione Pascale di Napoli.

Solo la diagnosi tempestiva può migliorare le probabilità di sopravvivenza.

«Negli stadi avanzati, la guarigione può essere raggiunta da circa il 30 per cento delle pazienti. Per l’altro 70 per cento, l’obiettivo si sposta sulla cronicizzazione della malattia: attraverso l’impiego dei farmaci più efficaci, si cerca di far convivere la paziente con il tumore il più a lungo possibile», dichiara la professoressa Nicoletta Colombo, direttore dell’Unità di Ginecologia Oncologica Medica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Grandi passi avanti sono stati fatti nel trattamento del tumore ovarico con l’arrivo delle terapie anti-angiogeniche, farmaci che bloccano la formazione di nuovi vasi sanguigni che il tumore costruisce attorno a sé per crescere e diffondersi.

«L’impegno primario di un’azienda farmaceutica è quello di ricercare e rendere disponibile l’innovazione, in particolare per quelle patologie come il tumore ovarico per le quali per anni non si sono registrate novità di rilievo nello scenario terapeutico», dice Federico Pantellini, Medical Affairs Therapeutic Area Leader Oncology, Roche.

 

Per informazioni:

www.scattidenergia.it

www.actoonlus.it

Pubblicato da: Redazione AZS

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