Omalizumab, farmaco appartenente alla classe degli anticorpi monoclonali anti-IgE (cioè, anti-immunoglobuline E), compie dieci anni, un anniversario da festeggiare poiché ha aperto la strada alla terapia biologica nell’Asma Allergico Grave, come ribadito anche nei recenti Congressi ‘Pneumo Magna Graecia’ e ‘Highlights in Allergy and Respiratory diseases’. Il suo profilo di tollerabilità e la sua efficacia, dimostrate da anni di utilizzo, lo rendono ancora oggi la scelta principale per la cura ed il trattamento dell’Asma Allergico Grave, anche in ambito pediatrico.
L’asma Allergico Grave è una patologia complessa che colpisce adulti e bambini, caratterizzata dalla iperproduzione di immunoglobuline E (IgE) in risposta agli allergeni ambientali (quali acari della polvere, pollini e muffe). Le linee guida GINA (Global INitiative for Asthma) (*) stabiliscono il raggiungimento del controllo ottimale della patologia quale obiettivo primario nella gestione del paziente. Non controllare questa malattia comporta il persistere dei sintomi e l’insorgere di frequenti riacutizzazioni, che spesso possono causare l’ospedalizzazione e addirittura mettere a rischio la vita stessa del paziente.
L’Asma è un problema mondiale e un consistente onere sociale ed economico per i sistemi sanitari; la maggior parte dei pazienti con Asma Grave soffre di Asma allergico. Secondo l’OMS oltre 300 milioni di persone soffrono di questa condizione nel mondo; la Global INitiative for Asthma (Gina) stima che in Europa ci siano oltre 30 milioni di asmatici.
“Le immunoglobuline E (IgE) hanno un ruolo molto importante nell’Asma Allergico Grave in quanto sono capaci di influenzare la funzione e, di conseguenza, l’attività di molte cellule comunque coinvolte nella patogenesi della malattia asmatica”, afferma Andrea Matucci – Dirigente medico del Reparto di Immunologia AOU Careggi di Firenze. “Il futuro del trattamento delle forme gravi di asma è affidato alle terapie biologiche che permettono di ottenere una migliore gestione della malattia e una medicina – per così dire – personalizzata. Omalizumab è l’esempio di farmaco biologico diretto su un “bersaglio” preciso, in questo caso le IgE”.
Come rileva Girolamo Pelaia, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, “10 anni di impiego dell’anticorpo monoclonale anti-IgE Omalizumab nel trattamento dell’Asma Allergico Grave hanno dimostrato che questo farmaco è caratterizzato da un ottimo pattern di tollerabilità e, soprattutto, da un solido profilo di efficacia, confermato negli anni, che ha consentito di rivoluzionare la terapia dell’asma di natura allergica in oltre 100.000 pazienti nel mondo. Il trattamento è in grado di ridurre la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni dell’asma, migliorando anche i sintomi respiratori dei pazienti e la loro qualità di vita. Questi effetti dipendono dalla capacità di Omalizumab di legarsi specificamente alle IgE umane, formando così degli immuno-complessi che impediscono alle IgE di attivare i loro recettori ad alta e bassa affinità, espressi dalle cellule immuno-flogistiche quali mastociti, basofili, eosinofili, cellule dendritiche e linfociti B. Poichè a livello delle vie aeree i recettori per le IgE sono presenti anche sulle cellule strutturali come le cellule epiteliali bronchiali e le fibrocellule muscolari lisce, Omalizumab può modulare gli eventi strutturali relativi al rimodellamento della parete bronchiale, con possibili riflessi positivi sulla storia naturale dell’Asma“.
(*) Linee Guida Internazionali per l’ASMA (GINA – Global Initiative for Asthma Management)