Malattie reumatiche e diagnosi precoce


Sono 9 milioni gli italiani che soffrono di una delle 150 patologie reumatiche conosciute e che, ancora oggi, da più persone, vengono genericamente considerate “reumatismi”. Definizione che per alcuni evoca le naturali “conseguenze dell’avanzare dell’età”. Ma non è così. Molte di queste malattie, ognuna con caratteristiche specifiche, condizionano la vita lavorativa, relazionale e sociale di donne e uomini giovani.

“L’artrite reumatoide e le spondiloartriti, di cui fanno parte la spondilite anchilosante e l’artrite psoriasica, comportano prima di tutto dolore, ma hanno un carattere progressivo che può portare alla disabilità. Colpiscono perlopiù giovani, nel pieno della loro vita relazionale e sociale. L’artrite reumatoide, per esempio, riguarda in prevalenza donne, più frequentemente in età fertile, a partire dai 20 anni fino alla menopausa”, spiega  Enrico Fusaro, direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’Ospedale Molinette di Torino che, al suo interno, ha aperto un Ambulatorio dedicato alla Diagnosi Precoce dell’artrite reumatoide.

“Altre patologie, come la spondilite anchilosante – continua Fusaro – colpiscono i giovani maschi, mentre altre ancora, come gotta, artrosi e polimialgia reumatica si manifestano con l’avanzare dell’età».

Tra le cause di queste malattie ci sono molti fattori, diversi a seconda del tipo di patologia. Alcuni sono inevitabili, come gli aspetti genetici predisponenti, altri evitabili, come l’obesità e il fumo. Intervenire per tempo, può aiutare a controllare e a bloccare l’evoluzione di queste patologie.

“La medicina – conclude Enrico Fusaro – ha fatto passi da gigante in questi ultimi anni. Oggi disponiamo di farmaci, i cosiddetti DMARDs convenzionali, che sono in grado di agire sui sintomi e sull’evoluzione dell’artrite reumatoide. Chi non risponde a queste terapie, può essere curato con quelli biotecnologici”.

“I farmaci biotecnologi – afferma Stefano Stisi, presidente del Collegio dei Reumatologi ospedalieri e territoriali, CReI – ssono in grado di bloccare il progresso delle malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, la psoriasica e la spondilite. Grazie a questi farmaci, il destino prognostico è decisamente migliorato rispetto al passato. Oggi, siamo in grado di offrire una migliore qualità della vita ai pazienti affetti da una patologia reumatica”.

Pubblicato da: Redazione AZS

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