Giornata mondiale del diabete,
malattia in forte crescita


«In Sicilia il diabete è un problema gravissimo e crescente». Ad affermarlo è Francesca Cardella, coordinatrice per la Sicilia occidentale della Giornata Mondiale del Diabete 2015 in programma per oggi 14 novembre. In 550 città d’Italia, saranno numerosi gli eventi organizzati da volontari: diabetici, medici, associazioni dei pazienti, sotto il coordinamento di Diabete Italia per «invitare al cambiamento, scuotere fili e muovere leve che possano migliorare la qualità di vita della persona con diabete».

Locandina giornata Diabete 2015

«Se l’assistenza ai bambini e ai giovani con diabete di tipo 1 – dice Francesca Cardella- è relativamente buona, le associazioni dei pazienti chiedono una più adeguata organizzazione per le decine di migliaia di persone con diabete di tipo 2, oltre il 90 per cento degli affetti dalla malattia».

Si stima che un numero compreso fra 350 e 400 mila persone siano in Sicilia affette da diabete. Purtroppo c’è un numero elevato di persone che non sa di avere la glicemia alta, eppure basterebbe un esame di sangue per scoprirlo.

«Il diabete di tipo 2 è subdolo – dice la dottoressa Cardella -. Nei bambini è in aumento, soprattutto a causa dell’obesità, ma c’è anche un fattore genetico da non sottovalutare».

Quali i sintomi?

Per quanto riguarda il tipo 1, i sintomi sono quelli classici, ovvero aumento della sete e della minzione, perdita di peso e affaticamento, per quanto riguarda il tipo 2, invece, l’obesità deve sempre far pensare ad un’insorgenza della malattia. Anche le macchie scure alla base del collo (acanthosis nigricans) – fa notare la responsabile della Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Palermo – possono essere un segno di resistenza all’insulina.

All’inizio è quasi istintivo sottovalutarlo: solo attraverso la collaborazione tra i vari livelli assistenziali: medici e pediatri di famiglia, diabetologi territoriali, Centri di Diabetologia e pazienti, si potrà evitare di ‘abbassare la guardia’, cercando di prevenire la malattia attraverso un percorso di educazione terapeutica strutturata ai corretti stili di vita e curarla con l’utilizzo delle più appropriate terapie onde evitare o, quanto meno, ritardare le ben note e temibili complicanze micro e macrovascolari». Lo stesso vale per il diabete di tipo 1 «che richiede diversi interventi: nelle scuole, nel passaggio dai Centri Pediatrici a quelli dell’adulto e nella prevenzione della chetoacidosi».

«Organizzando in Sicilia 60 manifestazioni per la Giornata Mondiale del Diabete, le associazioni dei pazienti e le società scientifiche vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica verso la malattia», dice Paola Lo Presti, coordinatrice per la Sicilia orientale della Giornata Mondiale del Diabete 201.

«Nelle piazze di tutta la Sicilia -continua Lo Presti – abbiamo organizzato iniziative di prevenzione e sensibilizzazione,  a tutti i livelli, che devono però trovare continuità nella assistenza territoriale e in quella ospedaliera. L’obiettivo è una Sicilia più consapevole della minaccia che rappresenta il diabete».

Per Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, «La Sicilia non è la sola a incassare gol nella partita contro il diabete. Il Piano Nazionale Diabete ha delineato lo schema di gioco. Il modo migliore per combatterlo. Tutte le Regioni lo hanno recepito ma poche sono passate alla applicazione.

Le richieste delle associazione dei pazienti e delle società scientifiche, unite in Diabete Italia, sono chiare: assumere diabetologi per sostituire quelli che vanno in pensione; accedere alle nuove tecnologie e farmaci, quando è il caso e quando il maggiore eventuale costo è giustificato dalla loro efficacia; non lesinare sulle ‘strisce’, uno strumento indispensabile; capire che la gestione del diabete richiede non la delega ai medici di medicina generale ma un modello di collaborazione in rete e, soprattutto, occorre fare presto perché ogni settimana che passa con glicemia alta, avvicina il paziente a complicanze drammatiche, costosissime e di difficile gestione per il Servizio Sanitario Nazionale e il welfare».

Pubblicato da: Redazione AZS

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