Sicilia. Parte il piano
vaccinazioni antinfluenzali


Sono ben 78 i decessi in Sicilia causati, lo scorso anno, dall’influenza. Ma il numero non è conforme alla realtà. Si riferisce solo ai casi nei quali è stato isolato il virus in laboratorio. Gli altri casi, in cui il virus influenzale, sviluppando complicanze, ha peggiorato una malattia di base, “sfuggono” e vengono classificati come morti per “collasso cardiocircolatorio”.

Una visione emblematica del fenomeno la danno le stime dell’Agenzia italiana per il farmaco e dell’Istituto superiore di sanità che parlano di 8.000 decessi, lo scorso anno, causate da “complicanze” cardiovascolari causate da virus influenzali. Se si fa il debito rapporto di popolazione, è facile calcolare che, nell’Isola, i morti per  complicanze da influenza risultano essere molti di più di 78.

Dai dati forniti dall’assessorato regionale della Salute, emerge che lo scorso anno, in Sicilia, la profilassi vaccinale antinfluenzale è scesa, negli anziani, i più a rischio, al 47,4% (nell’anno precedente era stata del 56,5), percentuali molto lontane da quel 75% minimo e dal 95% ottimale, dato come obiettivo di copertura negli anziani dal ministero della Salute.

«Lo scorso anno col calo di quasi il 10% delle vaccinazioni negli anziani, si è avuto un raddoppio, rispetto agli anni precedenti, di ricoveri ospedalieri legati a patologie correlate all’influenza: oltre 18.000 e diversi sono stati i casi mortali», osserva il dottore Ignazio Tozzo, dirigente generale del Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato regionale della Salute.

Va anche sottolineato che dei piccoli di età 6-23 mesi, per i quali è raccomandata la profilassi vaccinale antinfluenzale, è stato vaccinato nel 2014 lo 0,1% contro lo 0,5 del 2013. E le strutture pediatriche ospedaliere sono state prese d’assalto.

Quest’anno, nella prospettiva di evitare casi mortali e migliaia di ricoveri, l’assessorato della Salute ha messo a punto un piano di grande rilevanza e rigorosità che partirà oggi e durerà fino al 31 gennaio. Il vaccino verrà dispensato gratuitamente agli aventi diritto nei centri vaccinali distribuiti sul territorio regionale (per alcune settimane rimarranno aperti anche il sabato) o negli ambulatori dei medici e pediatri di famiglia, figure sulle quali si conta molto per la buona riuscita della campagna.

Tra le novità, oltre ad una comunicazione molto più incisiva rispetto al passato, sono previste verifiche che nella storia della profilassi vaccinale siciliana non si sono mai viste.

«In passato – dice Tozzo – pur registrando un’ottima collaborazione nella maggioranza dei medici e pediatri di famiglia, alcuni di loro non hanno aderito alla campagna di vaccinazione che è un obbligo sancito dal contratto collettivo. Da quest’anno, faremo delle verifiche sul campo. Per quei medici o pediatri che non dovessero aderire alla vaccinazione verranno adottate le misure previste dal contratto».

Come sapere se il medico ha proposto la vaccinazione al paziente? Il cittadino che rifiuta di vaccinarsi dovrà esprimere la sua volontà firmando un documento dove certifica il suo dissenso informato.

E le strutture ospedaliere? La verifica verrà attuata anche negli ospedali, soprattutto nei reparti a rischio come le rianimazioni, le terapie intensive, le unità di oncologia.

Dovranno essere vaccinati, nel periodo influenzale, tutti i ricoverati nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate e il personale sanitario e parasanitario.

«Anche il personale sanitario e parasanitario dovrà firmare una scheda di assenso o dissenso alla vaccinazione, necessaria onde evitare il contagio da operatore a paziente», sostiene il dottore Mario Palermo, dirigente del servizio 1 dell’assessorato regionale della Salute.

A chiusura delle campagna vaccinale gli ispettori  verificheranno le cartelle cliniche legate ad eventi infausti correlati all’influenza. Per la mancata offerta vaccinale potrà configurarsi l’ipotesi di omissione di atto sanitario.  «Ogni anno – aggiunge Ignazio Tozzo – molti anziani muoiono per sindrome dovute alla non vaccinazione e anche i bambini sono esposti a gravi rischi di complicazioni. Questo non lo possiamo permettere».

«L’influenza – spiega il professore Francesco Vitale, ordinario di Igiene all’università di Palermo – spesso porta a un eccesso di ospedalizzazione e mortalità, ben documentate e prevenibili con la vaccinazione che, quest’anno, sarà anche completata da un vaccino quadrivalente per impedire le infezioni sia dei due tipi di virus A H3N2 e A H1N1 sia dei due di tipo B, Yamagata e Victoria».

Rilevante l’offerta attiva e gratuita regionale della profilassi pneumococcica unitamente a quella antinfluenzale. Lo pneumococco causa numerose patologie, dall’otite media acuta (tipica dei bambini), alle infezioni invasive, come la polmonite (in particolare negli anziani, prima causa di morte per malattie infettive), alla meningite (soprattutto nei bambini), alla batteriemia.

CHI SI DEVE VACCINARE

La vaccinazione antinfluenzale attiva e gratuita è destinata dalla Regione a soggetti dai 64 anni compiuti in su; bambini di età superiore ai sei mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico a rischio di sindrome di Reye (malattia acuta dall’esito potenzialmente letale che riguarda il cervello e il fegato) in caso di infezione influenzale; donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza (possono andare incontro a complicazioni del sistema cardio-respiratorio, con conseguenti danni al feto da carenza di ossigenazione); individui di qualunque età ricoverati presso strutture ospedaliere nel periodo dell’epidemia influenzale; chi ha contatti stretti con nuovi nati, fino al compimento del sesto mese di vita; chi ha contatti stretti con gestanti il cui parto e previsto nel periodo del picco influenzale (di solito gennaio-febbraio); medici e personale sanitario di assistenza; familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo (forze di polizia, vigili del fuoco, categorie socialmente utili), categorie di lavoratori; personale che per motivi di lavoro è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (allevatori, addetti all’attività di allevamento, al trasporto di animali vivi, macellatori, vaccinatori, veterinari pubblici e libero professionisti); soggetti provenienti dal Medio Oriente e dal Continente Africano sbarcati sulle coste siciliane e momentaneamente residenti nei centri di accoglienza, considerati a rischio in quanto ospitati in comunità sovraffollate.

Da studi attuati negli ultimi anni, si evince la convenienza di proteggere i lavoratori con la vaccinazione. È stata osservata una riduzione del carico di malattia, dell’assenteismo e dei costi legati alle cure mediche.

Pubblicato da: Redazione AZS

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