In Sicilia, le persone oneste, che lavorano veramente per il bene dei cittadini, non gradendo i condizionamenti politici e affaristici, è difficile che possano svolgere come vorrebbero il loro compito. Chi ha sentimenti sani, spirito di dedizione e non attaccamento alla poltrona, va via, dopo aver ingerito litri di veleno. È il caso delle dimissioni dell’assessore della Salute della Regione Siciliana, Lucia Borsellino, una persona di grande spessore umano, professionale e di fede incrollabile nella giustizia, come suo padre, Paolo, il giudice vicino a Falcone, ucciso a Palermo dalla mafia.
Pubblichiamo, di seguito, la lettera che la dottoressa Borsellino ha consegnato nelle mani del presidente della Regione Siciliana, Crocetta, una lettera che racchiude tutta la delusione, l’amarezza, la distanza e il disgusto per ogni intrallazzo. La Sicilia è una terra che non merita le vergogne che abbiamo visto e che continuiamo a vedere.
Ecco la lettera per intero.
«Sig. Presidente,
le scrivo questa mia per rassegnane formalmente le mie irrevocabili dimissioni, rimettendoLe il mandato che ho avuto fin qui l’onore e l’onere di avere conferito quale Assessore alla Salute in seno al Governo della Regione.
Questa mia determinazione, della quale mi assumo ogni e piena responsabilità, interviene a seguito di riflessione tanto meditata e di non facile maturazione, quanti sono stati lo spirito di servizio e l’abnegazione con i quali ho accolto e, credo, condotto il prestigioso incarico da Lei conferitomi.
Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’Amministrazione regionale della Salute.
La stessa Amministrazione che, in particolare negli ultimi anni, mi ha visto chiamata in prima linea a profondere l’impegno e l’esperienza maturata, insieme a tanti altri colleghi e operatori del Sistema, nel rilancio del Servizio Sanitario Regionale.
Il senso di questo impegno, per il valore morale e civico che porta con sé, continua a pervadermi ma non mi consente, da questo momento, di proseguire ad onorarlo quale componente del Governo regionale.
Vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e, quindi, della mia persona.
Constato con amarezza come tali accadimenti abbiano purtroppo oitremodo appesantito anche i tempi di raggiungimento di taluni obiettivi di questo Governo nell’ambito della Salute e dell’Assistenza che costituivano i capisaldi di un programma peraltro condiviso ancora prima della nascita di questa Legislatura.
Nonostante alcuni passi positivi, decisivi e strutturalmente irreversibili, siano stati compiuti, benché sulla stampa ad essi non sia stato dato adeguato riscontro, non posso mancare di evidenziare come questa intensa esperienza politica e umana, pur a fronte di difficoltà e di deluse aspettative, abbia lasciato un segno indelebile nella mia maturazione professionale e tracciato un punto di svolta nella mia vita.
Come ho avuto modo di rappresentare in più sedi istituzionali, non ultima, in occasione della mia audizione nella seduta parlamentare all’ARS nel febbraio scorso, in cui ho dovuto e voluto rendere conto sul caso della morte della piccola Nicole, lascio un sistema con innegabili segni di ripresa oggettivamente documentati, perseguiti nell’ambito di un programma triennale di sviluppo e di consolidamento pattuito con i Ministeri della Salute e dell’Economia; programma, in corso di attuazione, che deve essere responsabilmente rinnovato alla scadenza di questo triennio 2013-2015.
Sento ¡I dovere di esprimere tale convinzione in quanto ritengo che questo strumento pattizio di programmazione costituisca elemento di garanzia e di messa in sicurezza di un percorso avviato affinché non subisca battute d’arresto e volga verso un miglioramento continuo a tutela della sostenibilità del sistema salute siciliano e delle prospettive di sviluppo e investimento, anche economico e sociale e di capitale umano e professionale, allo stesso connesse.
Nella sopra citata occasione ho ritenuto doveroso fare prioritariamente anche un bilancio del mio operato in questa metà Legislatura, che ho rimesso ad una relazione depositata agli atti parlamentari, con la consapevolezza, sempre più matura, che il mio tempo fosse scaduto.
Ho deciso di rassegnare oggi le mie irrevocabili dimissioni, avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza appena decorsa del 30 giugno ultimo scorso, entro la quale il Ministero della Salute ha rivolto alla Regione l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a taluni adempimenti in tema di assistenza materna e neonatale che hanno visto l’Assessorato da me guidato e l’intero Servizio sanitario regionale, pronti a rendere conto dei relativi interventi ed attività svolte, pur essendo già da tempo autonomamente programmati.
Quindi, come annunciato nel febbraio scorso, una volta acquisite le risultanze degli accertamenti medico-legali e dell’attività della Commissione congiunta Ministero-Regione-Agenas-Nas sul caso della piccola neonata, purtroppo resosi emblematico di un pre-giudizio istituzionale sul funzionamento del sistema sanitario nel suo complesso, -ancor prima dell’esito delle verifiche tecniche, amministrative e giudiziarie sul caso-, rimetto oggi formalmente il mandato conferitomi dopo aver esperito le dovute azioni correlate e conseguenti.
Considerata poi la concomitante circostanza occorsa, di cui ai recenti fatti di cronaca riguardanti il caso del primario di chirurgia plastica e maxillo-facciale dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell’intera Regione Siciliana, adombrando il lavoro di tanti operatori e professionisti che profondono quotidianamente il proprio impegno con onestà e correttezza nell’esclusivo interesse pubblico.
Fatti come questi determinano altresì, in un settore come quello della sanità contrassegnato da vicende che in un recentissimo passato ci hanno consegnato l’immagine di un sistema di malaffare, un grave danno sulla capacità attrattiva del servizio sanitario regionale e, come accaduto nello specifico, di una delle più importanti aziende ospedaliere dell’Isola.
Ciò non ha giovato evidentemente al “sistema pubblico palermitano” che Lei stesso nelle dichiarazioni rese alla stampa definisce “un inferno”; un “sistema” di cui ho tentato costantemente di correggerne, contrastandole, le degenerazioni senza mai tuttavia dimenticare di rappresentare istituzionalmente il “sistema pubblico”, appunto.
Sig. Presidente,
chiudo questa mia, ringraziandola per avermi affidato questo delicato incarico, permettendomi le superiori riflessioni con l’auspicio che inducano a scelte responsabili, assicurandole che non verrò meno certamente, indipendentemente da una decisione che investe più direttamente la mia professione e la mia vita, ad un impegno civico che cercherò di continuare ad onorare con il mio contributo anche da semplice cittadina».