Il caso Nicole, la bambina andava ricoverata anche “in eccesso”


Dopo il provvedimento di avvio della sospensione dell’accreditamento delle attività di ricovero in ostetricia nell’evento nascita nei confronti della Clinica Gibiino, l’Assessore alla Salute ha dato disposizioni alle Aziende Sanitarie che hanno manifestato indisponibilità di posti letto di Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), nell’ambito del percorso assistenziale della piccola Nicole di valutare la conformità del comportamento tenuto dal personale delle suddette Unità Operative rispetto alle linee guida assessoriali del 2010 che prevedono nei casi di particolare urgenza e necessità in aree critiche, come le UTIN, l’accoglienza anche in eccesso del paziente in condizioni critiche, invitando le direzioni aziendali ad assumere i provvedimenti sanzionatori nei casi di accertata violazione delle stesse direttive assessoriali.

Analoga disposizione è stata indirizzata all’Azienda Cannizzaro, sede della Centrale Operativa coinvolta nell’evento per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori consequenziali alla non idonea comunicazione intercorsa tra l’operatore della centrale operativa e le aziende interessate.

È stata inoltre invitata l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania – ove non sia già intervenuta – ad attuare un appropriato intervento di supporto psico-sociale, ad elevata integrazione professionale, per la famiglia Di Pietro.

«La comunicazione è una componente essenziale a tutela della sicurezza dei pazienti oltre che nell’umanizzazione dei percorsi assistenziali, come da me costantemente sostenuto e ribadito», puntualizza l’assessore della Salute della Regione Siciliana, Lucia Borsellino.

«I provvedimenti fino ad ora assunti – precisa l’assessore non possono non puntare l’accento anche sul comportamento inadeguato di taluni operatori che, alla luce delle prime risultanze emerse nel caso del decesso della piccola Nicole, mi suscitano profonda indignazione e, pertanto, da me censurati. La censura è ancora più forte laddove tali comportamenti incidono, ledendola profondamente, sull’immagine del Servizio Sanitario della Regione Sicilia, vanificando gli sforzi compiuti negli ultimi anni per la sua riqualificazione, nonché il lavoro di tanti operatori che, quotidianamente, si spendono per la cura dei pazienti nel primario rispetto della dignità della persona».

Pubblicato da: Redazione AZS

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