AVIS, perplessità
e disappunto


In questi ultimi giorni sono balzate agli onori della cronaca alcune vicende che riguardano la donazione di sangue. La prima, datata fine 2014, riguarda la deroga contenuta nel cosiddetto decreto “mille proroghe” che di fatto sposta di sei mesi il termine ultimo per mettersi a norma a proposito dell’accreditamento delle strutture trasfusionali.

«Le associazioni ne sono venute a conoscenza solo a cose fatte, e questo ha creato non poche perplessità e disappunto. Sicuramente ci saranno state delle ragioni per la deroga, alcune comprensibili, altre meno, comunque non condivise con noi. Moltissime sedi Avis si sono impegnate duramente per essere in regola in tempi che dovevano essere certi e che in realtà non lo sono stati, con notevoli sforzi sia dal punto di vista umano sia economico, adoperandosi sino all’ultimo minuto utile per perseguire l’obiettivo prefissato e da tutti condiviso. Ci auguriamo che questi sei mesi in più servano davvero a sistemare poche minuzie, ma riteniamo indispensabile che il termine del 30 giugno sia davvero non più derogabile. Ne va della serietà di tutto il sistema trasfusionale italiano, di cui le associazioni di volontariato sono un importantissimo attore. E ne va dell’impegno quotidiano dei nostri volontari e dei nostri donatori, un impegno solidale ed etico al servizio dei malati cui dobbiamo garantire una terapia trasfusionale sicura e di qualità», sostiene Vincenzo Saturni, presidente nazionale AVIS.

«Ci auguriamo – aggiunge Saturni – che il 2015 sia un anno in cui le sfide siano portate avanti con responsabilità e maggiore impegno, perché ce lo chiedono i malati bisognosi di sangue e farmaci plasmaderivati. Davanti a queste sfide l’Avis non si tirerà indietro, come ha sempre fatto nei suoi quasi 90 anni di storia».

Pubblicato da: Redazione AZS

Condividi questo servizio